mercoledì 29 ottobre 2008

Vogliamo anche le rose (in pillole)



Anita caprioli in questo documentario si serve di tre diari per ricostruire la situazione di un'Italia che è stata, e che forse è stata dimenticata. Il film poi si articola, attraverso un grandioso apparato di filmati d'archivio montati con grandissima abilità, in modo da riuscire fruibili anche al più disattento degli spettatori, grazie anche all'infinita quantità di spunti di riflessioni che emergono quasi spontaneamente qua e là. Non pensiate che sia uno di quei documentari che vanno tanto di moda oggi, come quelli d'inchiesta alla Micheal Moore, estremamente lucidi e fissati su ciò che vogliono vedere: qui a farla da padrona è l'atmosfera che con grande maestria è stata ricreata, attraverso le emozioni, le lotte, le ideologie, le contraddizioni di un'Italia così vicina ma così lontana. E, come ci è ricordato nei titoli di coda, non è ancora finita.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Secondo me il problema di questo film è di essere un documentario. Se avessero trattato le stesse tematiche nello sviluppo di un film drammatico ambientato nell'Italia dei fine '60 penso che sarebbe risultato più interessante e più scorrevole. Ma è più facile a dirsi che a farsi. Bello il "frammento" dedicato alla sessuofobia. Nel complesso un documentario che si lascia guardare.