domenica 15 febbraio 2009

4 Mesi, 3 Settimane e 2 Giorni (recensione)




di Cristian Mungiu (2006)
con Anamaria Marinca, Vlad Ivanov, Laura Vasiliu

Otilia e Gabita, due studentesse che condividono la stanza in un dormitorio universitario, vivono la loro vita durante gli ultimi anni del comunismo in Romania, sotto Ceausescu. Gabita è incinta ma non vuole il bambino, e Otilia contatterà un uomo che, illegalmente, pratica l'aborto; ma il costo sarà molto alto.

Vincitore della Palma d'oro a Cannes, 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni è un capolavoro che difficilmente si può ridurre a parole.
L'ambiente in cui avvengono i fatti è forse il vero protagonista del film: i luoghi sono grigi, bui, freddi; le persone non sono certo migliori, vediamo infatti portieri di alberghi curiosi e meschini, fidanzati con rapporti artificiali, famiglie ipocrite e false. lo specchio di un paese, alla fine degli anni Ottanta, ancora sotto la morsa del comunismo, con la conseguente alienazione di ogni singolo individuo, che non può più cercare un contatto sincero e immediato.
L'unico spiraglio, nel film, è l'amicizia tra Gabita e Otilia, che sarà messa a dura prova dalla gravidanza indesiderata della prima, e dall'aiuto offertole dall'amica.
Questo non è un film sull'aborto, o meglio, può diventarlo in quanto ogni azione proibita, nell'ambito dittatoriale, che rientra nei diritti fondamentali, nel momento in cui diventa necessaria si trasforma in un trauma, in una tragedia. Qui l'aborto, ma potrebbe veramente essere stata qualsiasi altra cosa.
Il dolore portato da questo evento, amplificato al massimo dalla consapevolezza di essere fuorilegge e dal senso di colpa represso, è dominante in ogni scena, fino allo scioglimento finale, in cui l'unico rifugio, l'unica soluzione è cercare di dimenticare: dimenticare la legge, dimenticare la violenza inflitta a stessi, da altri e ad altri, dimenticare di essere umani.
Possiamo dire con certezza di fronte ad un film neo espressionista, che sottolinea, carica di pathos ogni situazione attraverso lo studio scientifico, attraverso l'analisi e una messa in scena cruda e vera. Inutile dire che la recitazione è superba, come quasi ogni altro aspetto dell'opera.
Un film che cambia il modo di vedere il cinema, un capolavoro.
Voto: 10/10