sabato 21 novembre 2009

Watchmen


Di Zack Snyder
Con Malin Akerman, Jackie Earle Haley, Carla Gugino, Jeffrey Dean Morgan, Matthew Goode, Billy Crudup, Patrick Wilson, Stephen McHattie, Matt Frewer, Carrie Genzel

Ci troviamo senza dubbio davanti a un lavoro particolare, sicuramente degno di nota. Questo non significa che sia un capolavoro, e si fatica purtroppo anche a dire che sia un bel film.
Ma partiamo dagli aspetti positivi, quelli che lo rendono u n film da vedere: ogni grande opera (e, come abbiamo già detto, questa la si definisce difficilmente tale) ha più piani, o livelli, di lettura; anche Watchmen si può leggere in minimo tre modi, tutti interessanti: il primo, quello più semplice, più diretto, quello diretto al grande pubblico è ovviamente quello prettamente narrativo, che riguarda la storia e i personaggi. Questo aspetto è forse il più riuscito, e anche il più anomalo e meno banale: innanzitutto i personaggi sono quanto mai particolari (ovviamente molti dei pregi da attribuirsi al film sono prima di tutto pregi dell’originale graphic novel), non vediamo i soliti supereroi iperattivi e intenti a salvare il mondo, ma degli uomini, e donne, stanchi, disillusi, che riconoscono l’impossibilità di ottenere un riscatto da una società che ormai da molti anni non li vuole più (Nixon, al suo ennesimo mandato, ha vietato le maschere). E anche quando alcuni di loro cercano un ritorno alle glorie del passato sanno che nulla è più come prima, eccetto forse che sapeva fin dal principio che quel mondo splendido non è mai esistito (gli Usa hanno vinto la guerra del Vietnam, ma sembra che proprio da lì sia iniziata un’inesorabile decadenza). E’ da qui che si capisce che il pubblico del film è un pubblico maturo, non di bambini ed adolescenti. Le riflessioni sulle questioni esistenziali non si risparmiano, e se non si è interessati a questo tipo di film potrebbero risultare anche noiose (considerando l’economia generale dell’opera).
Il secondo livello è quello sociale, ed è quello che ha decretato il successo di critica del film; a ben guardare,però, la sua forza si ferma quando si intuisce che sono semplici considerazioni di carattere critico sull’America inserite in un modo (poco) fumettoso di supereroi. Il mondo è nel pieno della guerra fredda, che negli Anni 80 si fa sempre più pericolosa, e USA e URSS sono al limite dello scontro; Nixon è al suo quinto mandato; nelle vie cittadine c’è morte e distruzione, e la polizia non ha più alcun potere; non si può più sperare neanche negli eroi mascherati, luminosi nella Seconda Guerra Mondiale. L’aspetto sociale è, come già detto, estremamente valido se considerato funzionale all’ambito narrativo, ma preso a sé mostra alcune incertezze.
Il terzo aspetto, quello più complesso, è prettamente metafisico, e sfocia direttamente nel nichilismo e nel relativismo (il che dispiace, ma non può essere qui criticato). Ovviamente questo è generico e posticcio, ma interessante in quanto un argomento metafisico in un film di questo genere è quanto meno raro.
In estrema sintesi questi sono gli aspetti interessanti, e valgono largamente la visione. Per quanto riguarda i difetti, sarò breve, non c’è molto da dire. Il film è molto lungo (due ore e mezzo), e se non visto in sala sarà difficile non distrarsi mai; i personaggi sono troppi, e si capisce come il progetto fosse troppo pretenzioso nel voler mantenere tutti i contenuti del fumetto. Infine, la carne al fuoco è sicuramente troppa, sono moltissimi gli argomenti interessanti che vengono appena accennati (ma forse sta qui il carattere più valido…).
Se vi siete stancati del solito fumettone anni 50 (e anche di quello più dark ma sempre buono tipo gli ultimi Batman), quest’alternativa post-punk infarcita di cinismo e senza un lieto fine fa per voi.
Giudizio: 7,5/10

sabato 14 novembre 2009

Religiolus - Vedere per Credere




regia di Larry Charles

con Bill Maher

Un tizio va in giro a parlare con gli sconosciuti e dicendo cose a caso e poi dice di aver fatto un documenterio sulla religione.

Ci sono film che non si possono vedere? No. A parte questo, forse. Questo film dovrebbe essere un documentario sulla religione, assolutamente di parte (che non è un difetto), da un punto di vista scettico-scientifico. Purtroppo non si salva niente. Per prima cosa bisogna vedere chi è il protagonista: Bill Maher vorrebbe, come già detto, un film critico sulla religione da un punto di vista scientifico: il problema è che lui non sa nulla ne' di religione ne' di scienza: come si vede sin dall'inizio del film il conduttore è infatti un cabarettista fallito degli anni '80.
Le uniche nozioni sulla religione sono in purissimo stile americano, sembrano prese direttamente da un sito internet di quart'ordine, ovviamente decontestualizzate e senza filo logico. Non si riesce realmente a cogliere una coerenza argomentativa in tutto quello che viene detto.
Fin qui abbiamo già individuato un prodotto pessimo, ma tuttavia ci si potrebbero fare quattro risate in faccia a questo tipo convinto di ciò che dice, e che, si vede chiaramente, dice cose senza senso.
Si pensi che non si arriva neanche lontanamente un discorso con persone competenti in materia (ci mancherebbe!, il conduttore non reggerebbe neanche un secondo!):infatti per primi vengono intervistati, sul tema, dei camionisti (assurdo ma vero) e via così tra commessi di negozi di oggettistica religiosa turisti di plasticose e molto american stile ricostruzioni della Terra Santa (persino un attore che interpreta Gesù, chissà, forse si pensava di parlare con quello vero), tutti notoriamente esperti in questioni teologiche (...). OK. Ma qui viene il bello, qui casca tutto, e farete fatica a crederci pur vedendolo: per illustrare le linee guida di una religione minore americana, si filma un barbone (!) a Londra (cosa c'entra Londra?) che grida delirante in mezzo ad una piazza per un pezzo di pane citando a caso suddetta religione. Ma andiamo avanti. Un altro punto topico è l'intervista, ad Amsterdam, di un tipo 'fatto' che dice di aver creato una religione (il nome non lo sa neanche lui, non ci sono seguaci, non ci dicono niente: c'è il dubbio che sia una farsa), e tutta l'intervista è svolta mentre il tizio è sotto effetto di stupefacenti: anche qui, come in tutti (proprio tutti) gli altri dialoghi, vengono montate in video dei sottotitoli denigratori (ma l'intervistatore non sapeva parlare?) in puro stile televisivo trash.
Quando poi si sente che 1) Maher non conosce la celeberrima interpretazione Galileiana della Bibbia, secondo cui essa è stata scritta senza criteri scientifici e deve essere posta in un determinato contesto storico (la Bibbia vale per lo spirito, non c'entra con la scienza): fatto che viene ribadito in una breve intervista ad un ecclesiastico dell'Osservatorio Vaticano: l'intervistatore fa una faccia inebetita e non riesce a dire niente (non ci arriva?); 2) non conosce neanche una parola di filosofia, si vede distante un chilometro che non ha mai letto un libro in vita (vedi i prima citati siti decontestualizzanti), da Agostino a Tommaso a Popper per quanto riguarda l'Olocausto, figuriamoci poi i greci; 3) non concepisce la Trinità nell'Uno, da un punto di vista logico si potrebbe spiegare ad un bambino di 10 anni (anche qui, forse non ci arriva); 4) utilizza come prova a sostegno della non esistenza di Dio il fatto che non si veda (purtroppo non sto esagerando); allora i dubbi crescono.
Ma ad un certo punto si capisce che il film può diventare pericoloso: l'autore non cerca qualcosa, e convinto di avere ragione: spesso ride in faccia alla gente (ma scherziamo!?), arriva ad essere esplicitamente razzista contro ebrei e musulmani, ritrae , questo inaccettabile, tutti (proprio tutti) i musulmani come fanatici terroristi e suicidi, imputa tutti (tutti) i mali del mondo alle religioni.
Le scene finali fanno venire i brividi: si vede come Maher non riesca minimamente a distinguere religione e politica, e si dice esplicitamente che se le religioni non verranno sradicate il mondo finirà.
Non lasciamo il mondo ai fanatici. Non lasciamo l'informazione agli ignoranti. Questo film è un monito.
GIUDIZIO: NON GIUDICABILE NELL'IGNOMINIA (meno di 0/10).