sabato 14 novembre 2009

Religiolus - Vedere per Credere




regia di Larry Charles

con Bill Maher

Un tizio va in giro a parlare con gli sconosciuti e dicendo cose a caso e poi dice di aver fatto un documenterio sulla religione.

Ci sono film che non si possono vedere? No. A parte questo, forse. Questo film dovrebbe essere un documentario sulla religione, assolutamente di parte (che non è un difetto), da un punto di vista scettico-scientifico. Purtroppo non si salva niente. Per prima cosa bisogna vedere chi è il protagonista: Bill Maher vorrebbe, come già detto, un film critico sulla religione da un punto di vista scientifico: il problema è che lui non sa nulla ne' di religione ne' di scienza: come si vede sin dall'inizio del film il conduttore è infatti un cabarettista fallito degli anni '80.
Le uniche nozioni sulla religione sono in purissimo stile americano, sembrano prese direttamente da un sito internet di quart'ordine, ovviamente decontestualizzate e senza filo logico. Non si riesce realmente a cogliere una coerenza argomentativa in tutto quello che viene detto.
Fin qui abbiamo già individuato un prodotto pessimo, ma tuttavia ci si potrebbero fare quattro risate in faccia a questo tipo convinto di ciò che dice, e che, si vede chiaramente, dice cose senza senso.
Si pensi che non si arriva neanche lontanamente un discorso con persone competenti in materia (ci mancherebbe!, il conduttore non reggerebbe neanche un secondo!):infatti per primi vengono intervistati, sul tema, dei camionisti (assurdo ma vero) e via così tra commessi di negozi di oggettistica religiosa turisti di plasticose e molto american stile ricostruzioni della Terra Santa (persino un attore che interpreta Gesù, chissà, forse si pensava di parlare con quello vero), tutti notoriamente esperti in questioni teologiche (...). OK. Ma qui viene il bello, qui casca tutto, e farete fatica a crederci pur vedendolo: per illustrare le linee guida di una religione minore americana, si filma un barbone (!) a Londra (cosa c'entra Londra?) che grida delirante in mezzo ad una piazza per un pezzo di pane citando a caso suddetta religione. Ma andiamo avanti. Un altro punto topico è l'intervista, ad Amsterdam, di un tipo 'fatto' che dice di aver creato una religione (il nome non lo sa neanche lui, non ci sono seguaci, non ci dicono niente: c'è il dubbio che sia una farsa), e tutta l'intervista è svolta mentre il tizio è sotto effetto di stupefacenti: anche qui, come in tutti (proprio tutti) gli altri dialoghi, vengono montate in video dei sottotitoli denigratori (ma l'intervistatore non sapeva parlare?) in puro stile televisivo trash.
Quando poi si sente che 1) Maher non conosce la celeberrima interpretazione Galileiana della Bibbia, secondo cui essa è stata scritta senza criteri scientifici e deve essere posta in un determinato contesto storico (la Bibbia vale per lo spirito, non c'entra con la scienza): fatto che viene ribadito in una breve intervista ad un ecclesiastico dell'Osservatorio Vaticano: l'intervistatore fa una faccia inebetita e non riesce a dire niente (non ci arriva?); 2) non conosce neanche una parola di filosofia, si vede distante un chilometro che non ha mai letto un libro in vita (vedi i prima citati siti decontestualizzanti), da Agostino a Tommaso a Popper per quanto riguarda l'Olocausto, figuriamoci poi i greci; 3) non concepisce la Trinità nell'Uno, da un punto di vista logico si potrebbe spiegare ad un bambino di 10 anni (anche qui, forse non ci arriva); 4) utilizza come prova a sostegno della non esistenza di Dio il fatto che non si veda (purtroppo non sto esagerando); allora i dubbi crescono.
Ma ad un certo punto si capisce che il film può diventare pericoloso: l'autore non cerca qualcosa, e convinto di avere ragione: spesso ride in faccia alla gente (ma scherziamo!?), arriva ad essere esplicitamente razzista contro ebrei e musulmani, ritrae , questo inaccettabile, tutti (proprio tutti) i musulmani come fanatici terroristi e suicidi, imputa tutti (tutti) i mali del mondo alle religioni.
Le scene finali fanno venire i brividi: si vede come Maher non riesca minimamente a distinguere religione e politica, e si dice esplicitamente che se le religioni non verranno sradicate il mondo finirà.
Non lasciamo il mondo ai fanatici. Non lasciamo l'informazione agli ignoranti. Questo film è un monito.
GIUDIZIO: NON GIUDICABILE NELL'IGNOMINIA (meno di 0/10).

6 commenti:

Stefano ha detto...

Devo vederlo assolutamente. La recensione è fantastica!

Erik ha detto...

Recensione fantastica! sono curioso anche io di vederlo soprattutto dopo aver visto anche la recensione di movieplayer che è in netto contrasto con la tua. Chi avrà ragione???

Anonimo ha detto...

un ritorno alla recensione in modo spietato...proprio nel tuo stile

Anonimo ha detto...

Il film non ha alcuna pretesa di essere un trattato scientifico
mi sembri la Fallaci che scrisse una ridicola critica ad apocalipse now furiosa perché secondo lei Coppola non aveva descritto bene la guerra del viet nam in quanto in quella giungla di tigri non ce n'erano.
Il film ha una visione evidentemente critica sulle credenze dogmatiche. Secondo me è fatto bene proprio perché provoca queste reazioni stizzite dei baciapile.
il problema più grosso è che esistono delle contraddizioni in tutto quello che dicono le cosiddette grandi religioni che sono ovviamente buffe per chi in esse non ci crede, mentre rappresentano un tabù per chi crede in assoluto come l'amichetto che ha scritto al recensione. E regolarmente viene invocato il ricorso ad una verifica scientifica con degli esperti.
Dimenticate cari baciapile:
1) che non esiste alcuna prova di quello in cui credete;
2) che non esistono esperti capaci di dimostrare che le scelte delle varie chiese (tipo l'eliminazione di alcunio vangelio la scelta di altri) siano dettate da una logica diversa da quella di creare un unico credo e un unico popolo di pecorelle da comandare a bacchetta
3) che chi non crede non può non considerare una follia le stragi demenziali che sono state fatte in nome delle religioni
4) che agli occhi di chi non crede è difficle spiegare che le teorie teologiche sinao una cosa diversa dalla pura invenzione
5) che più vi innervosite nelle vostre critiche indignate più dimostrate che credete per accettazione passiva e non per scelta razionale

David ha detto...

ahah. Dopo questa recensione non potevo non aspettarmi degli attacchi anche personali, che comunque accetto. Premettendo che la mia è solo un'opinione, e non una verità assoluta (altrimenti faccio la figura del tipo del film), vorrei far cadere l'attenzione (cosa alquanto ambiziosa) sul concetto stesso di scienza e di ragione, quella che da Cartesio arriva fino alla fine del'800, e che l'epistemologia novecentesca, nata da crisi matematiche e fisiche ( si veda il relativismo di Einstein) ha di fatto distrutto. E' ovvio che nella recensione pare che io voglia giustificare le religioni, ma celatamente sta qui la mia critica. Posso comunque condividere che il documentario non abbia pretese scientifiche (altrimenti sembrerebbe un libro di Odifreddi), ma questo, sempre secondo me, non lo salva dal basarsi su un metodo che personalmente non condivido.

mr. KEWA ha detto...

il film è come tutti i film di Larry Charles offensivo verso degli stereotipi. Vuole sempre avere gioco facile e sicuramente non pretende di fare ragionamenti filosofici, perchè chi percepisce la religione a questo livello non è il suo bersaglio. A Larry attraverso l'immagine di Bill (che cmq non è un fallito ma una persona molto conosciuta attraverso la tv americana) piace intervistare quelle persone che non vedono il lato simbolico nella religione, e all'interno del contesto puritano e bigotto americano questo ha senso. In italia nessuno difatti si è scagliato contro questo film perchè il nostro modo di vivere la religione non ci rende "presi in causa"...